PSICOLOGIA E TEATRO
Psicologia e teatro cosa hanno in comune? Cura del sé, sviluppo personale, cura delle relazioni e tanto altro.
psicologia e teatro, espressione del sè
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PSICOLOGIA E TEATRO

Psicologia e Teatro

PSICOLOGIA E TEATRO

Durante la realizzazione di questo sito internet, Giulia, amica e webmaster a cui mi sono affidata, mi ha chiesto se volessi fare una sezione di psicologia e teatro.

Per qualche giorno ho riflettuto sul da farsi, poi una mattina, sperimentando nuovamente quella energia, quel contatto profondo che mi ha sempre dato il teatro, ho pensato che l’avrei dovuta fare per forza: è una parte di me. Non possiamo rilegare in un angolo quello che abbiamo dentro, possiamo far finta di non avere gli occhi marroni piuttosto che azzurri? No. Quindi ecco che nasce anche questa sezione del sito.

Grazie alle esperienze che negli anni ho avuto modo di intraprendere, ho sperimentato sulla mia pelle come il teatro, e in particolare il teatro sperimentale, hanno una grandissima potenza nell’entrarti dentro, nello stimolare quell’energia che percorre il corpo e tirarla fuori, facendo emergere e liberando le sensazioni più profonde.

Il teatro che ho conosciuto è un luogo d’incontro, è cura delle relazioni, è espressione di Sé. Il teatro è provocazione interiore dello spettatore. Il teatro che ho appreso è viscerale, arriva come un pugno nello stomaco e scuote, non può lasciare indifferenti. Il teatro può essere elaborazione di un vissuto personale, una ribellione da un’oppressione o da un oppressore.

Cosa hanno in comune un gruppo di studenti universitari e un gruppo di pazienti psichiatrici autori di reato? Il teatro. Un percorso da intraprendere con gli altri e con se stessi, per conoscersi, per ri-conoscersi nell’altro, scoprire nuove possibilità, coltivare la speranza.

Per tutto questo, e per tutto quello che ancora ci sarebbe da dire, credo che il teatro sia molto legato alla psicologia. Semplicemente utilizzando altri strumenti, il teatro smuove, cerca il cambiamento, crea domande, pone riflessioni, impone rielaborazioni, promuove lo sviluppo dell’individuo e della comunità. Questo è il teatro che ho sperimentato e che auguro a tutti di vivere, da attori, da spettatori o da spett-attori.

[Per approfondimenti: Antonin Artaud, Augusto Boal, Jerzy Grotowski, Jacob Levi Moreno, Konstantin Sergeevič Stanislavskij]